Io sono figlia del Mediterraneo e di una terra meravigliosa che si protende in mezzo a questo mare magico, che dona frutti a chi sa coglierli e apprezzarli. E tutti i paesi che si affacciano hanno saputo far tesoro di questi frutti resi profumati dal sole e da una temperatura sempre mite. Il mare ci offre i suoi doni e le sue bellezze e la terra compete con verdure e spezie di ogni sorta. E sta all’uomo saper amalgamare in mille, diversi modi, tutto questo. E a farne tesoro.
E da antiche culture di tanti popoli, è nata la passione, consapevole della grandezza che sta nella sua semplicità, per il cibo mediterraneo.
Ed è proprio grazie a questo punto di vista comune e alla volontà di cooperare tutti insieme per far conoscere i principi fondamentali della dieta mediterranea che è nato grazie all’Associazione Nazionale Città dell’Olio, uno degli eventi più interessanti a cui ho partecipato, ilMed Diet Camp di Cagliari.
Non tutti sanno a cosa vanno incontro quando invitano delle foodblogger nella propria terra. E succede sempre che restano dapprima sbigottiti e poi travolti da tanta energia, sinergia, positività ed entusiasmo. Donne in gamba armate di macchina fotografica e passioni, pronte a mettersi in gioco, aprendo la mente al nuovo e usando fiumi di parole per esprimere le emozioni che hanno provato. E donne che si stupiscono con occhi sgranati di fronte alla bellezza di una città nuova come Cagliari, che le accoglie con le sue salite ripide e le sue chiese misteriose, con le sue ceramiche meravigliose, in negozi ricchi di arte e creatività. E il suo mare che da sempre regala purezza e incanti a chi vi si immerge (e io ne so qualcosa…). E i sapori del pecorino fresco e stagionato accompagnato da diversi tipi di ‘vermentino’ profumato, in una notte illuminata da musica e stelle, lassù in cima alle antiche mura. E che, nonostante la sua storica riservatezza che potrebbe a volte passare per chiusura, sa aprire le sue strade e le sue porte all’intero Mediterraneo, accogliendo esponenti prestigiosi delle cucine di Tunisia (Jaoudet Turki), Egitto (Moustafa El Raefaey) e Libano (Georges Kik) accolti dal noto chef italiano Luigi Pomata.
E le 50 foodblogger che amano parlare/preparare/fotografare il cibo, hanno qui seguito diversi interessantissimi workshop di fotografia (per rendere sempre di più, al meglio i propri piatti sui propri spazi virtuali), di Etica e Estetica del cibo, nella storia, nel quotidiano, nella letteratura (bellissimo! condotto egregiamente da Carlo Cambi), e di cucina internazionale. E così cariche a mille di queste esperienze, si sono assunte il compito di parlare e diffondere la cultura della dieta mediterranea.





Sani sono i principi che la governano e noti ai più, ma è sempre meglio ricordare le regole di questo tipo di alimentazione: abbondare in cereali integrali, verdura conditi con olio di oliva, seguiti per quantità e importanza dalla frutta. E man mano che si sale, si dovrebbero diminuire i quantitativi di alimenti di origine animale e zuccheri e prodotti raffinati. Bere in abbondanza e fare attività fisica possibilmente ogni giorno. ![_MG_3410 _MG_3410]()
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Facile no?
Bellissimo tutto quello che abbiamo vissuto e tanti anche i ‘fuori onda’ personali, non previsti dal programma, come il mio bagno fuori stagione a tutti i costi, le passeggiate con le nuove amiche, le storie meravigliose che ci siamo donate a cuore aperto, no, anzi, spalancato, durante il bagno di sole in spiaggia, durante la passeggiata verso il circolo ufficiali, sotto la pioggia sul porto di Cagliari, in mezzo alle barche a vela. Storie che si sono incrociate e dato vita a nuovi percorsi per tutte noi. ![_MG_3489 _MG_3489]()
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Perchè essere foodblogger non significa SOLO cucinare e fotografare. Significa aprire la propria casa e il proprio mondo interiore, a chi desidera passarci, attraverso le parole, le immagini, il proprio tempo donato, la propria coerenza, le passioni condivise, il sacrificio di notti di scrittura e di corsi per imparare. E attraverso anche la capacità di ascoltare e abbracciarsi quando si scoprono donne fantastiche come quelle che ho conosciuto io.
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