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Un aiuto nuovo in casa. Crostata soffice alla frutta di stagione

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cro6ter Le donne sono mamme sempre. Se hanno avuto figli, da quel momento in poi lo saranno sempre, anche se i figli avranno 60 anni. E’ inevitabile. Se non ne hanno avuto, le donne sono mamme lo stesso. Perchè noi questo dono ce l’abbiamo dentro al DNA. Ce l’hanno dato e non possiamo prescindere da esso.

La nostra voglia di donare, di fare cose per qualcuno, di coinvolgere figli e amici dei figli quando si prepara qualcosa di buono, non finisce mai. E si scrivono ricette per i figli che ormai vivono da soli fuori per l’università, temendo che non si curino abbastanza (scoprendo poi che nel frattempo hanno sperimentato, imparato cose nuove e le insegneranno a te). E coinvolgi i nipotini perchè vuoi ancora godere delle mani piccole che impastano e pasticciano ovunque.

Un giorno ricevo una mail in cui mi chiedono se mi va di sperimentare un nuovo prodotto che aiuterà le mamme a guadagnare tempo in cucina, e se mi va di farlo preparando delle ricette per bambini, magari quelle mie adattate ai piccoli. MI stupisco ma gioisco. IN fondo è quello che continuo a fare ogni settimana per i miei nipoti, organizzando con loro le serate del cineforum di Harry Potter, durante le quali si discute degli incantesimi, si spiegano le scene non viste per la paura, si parla di ‘coluichenondeveesserenominato’, per evitare gli incubi notturni e si cena rigorosamente a gambe incrociate sul divano, con ricette preparate appositamente per loro. E quindi c’è stata la cena con la Cesar Salade (insalatina verde, pollo alla piastra, cubetti di pane tostato, scaglie di parmigiano, e dressing allo yogurt), la cena con la pizza rustica di carne con l’insalata, quella con i gli spaghettoni con pomodorini e crema di olive nere.

Io dedico volentieri loro il mio tempo. Un giorno alla settimana torno ai bei tempi di quando erano piccoli i miei e poi ho la scusa per rivedere i film che mi piacciono.

Quindi dicevo, accetto questo incarico e dopo un pò di tempo arriva un nuovo prodotto della MOULINEX, un robot multifunzione che fa un sacco di cose, e comincio a spignattare il doppio con metà tempo. E si che ne ho preparate di ricette. E mi sono molto divertita.

E una sera, ho servito la mia crostata soffice alla frutta, preparando in pochissimo tempo l’impasto. Giusto il tempo di far scaldare il forno e tagliare le fragole.

Guardate un pò voi…. non è una magia come quelle di Harry Potter?

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- 220 g di farina 00

- 6 cucchiai di zucchero

- 4 cucchiai di olio extravergine di oliva (o burro morbido)

- 3 uova

- mezza bustina di lievito per dolci

- un pizzico di sale

- un barattolo di marmellata NON a pezzi

- 500 g di fragole (o altra frutta fresca a piacere)

- 50 ml di latte

- 200 g di succo di frutta

Procedimento

Nel contenitore di acciaio inserire la lama (F3) e versare la farina, lo zucchero, il sale, il lievito, e avviare la velocità 5 per 3 minuti. A 30 secondi dall’inizio, togliere il tappo dal coperchio e aggiungere, uno alla volta, gli ingredienti liquidi (uova, olio e latte), lasciando in funzione il programma. Nel frattempo ungere una teglia per crostata e infarinarla. Versare l’impasto ottenuto e infornare a 180° per circa 15 minuti o fino a doratura. Lasciar raffreddare e capovolgere in un piatto di portata. Con un pennello da cucina, bagnare tutta la superficie della crostata morbida con il succo di frutta. Stendere con l’aiuto di un cucchiaio la marmellata e distribuire le fragole lavate e tagliate (o altra frutta di stagione, a piacere). Servire.

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Se volete saperne di più andate qui

https://www.facebook.com/moulinex.italia

http://www.cuisinecompanion.moulinex.it


Buona Pasqua 2014

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buona pasqua 2014

Andiamo avanti, e con il peso di un lungo inverno, buio a volte anche nel cuore, continuiamo la nostra strada verso la luce. E’ tempo di rinascita. E’ tempo di abbracci. Ne abbiamo tutti bisogno. Dimentichiamo per un momento i pensieri grigi e i sentimenti negativi che ci allontanano. E’ tempo di colori e di luci negli occhi.

Vogliamoci bene e andiamo avanti con progetti di amicizia e di incontri.

Buona Pasqua di rinascita a tutti noi!

Lasagna al salmone e asparagi, per il pranzo di campagna.

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Voglio condividere con voi una strana sensazione che mi accompagna ormai da giorni.
 
Quando si costruisce un pozzo di campagna, si lascia un’apertura nella parte alta di un fianco, per far fuoriuscire l’acqua in eccesso, in caso di troppa pioggia, impossibile da contenere tutta. Questa apertura si chiama ‘troppo pieno’.
 
Alla mia mente manca il troppo pieno, ecco. Quando la quantità di cose a cui pensare, di cose da fare, di progetti che richiedono tempo, raggiungono il colmo della misura, non c’è la possibilità di scaricare e di non far entrare quello che posto non ha. No. Ho la capacità di stringere quello che c’è già e far entrare tutto. A rischio di scoppiare.
E dopo un pò di questo esercizio di compressione, per evitare di scoppiare vado in tilt. E mi fermo. E sento che le uniche cose da fare sono: non far più progetti, stare in silenzio, stare ferma quanto più possibile, limitare le energie, limitare addirittura le parole scritte, anche a rischio che il blog sembri chiuso da una vita. E respiro. Mi riempio di aria pulita. E’ una specie di OMMMMM lungo qualche giorno.
 
Ho bisogno di guardarmi intorno, casa mia, il mio paese, le persone intorno a me e riappropriarmi del tempo. Ho bisogno di dare una ripulita al superfluo, alle nozioni di infinita saccenza che leggo qua e la, credendo che siano vere, ma che mi creano solo confusione.
 
Ho bisogno della mia campagna. E meno male che è tempo di ripiantar fiori. E di tagliar l’erba e riempire l’aria con il suo profumo. E di aspettare che maturino le ciliege, che ora sono già piccole ma pronte a diventar grandi. E’ tempo di riabbracciare i miei alberi come fanno quelli che pagano pure per seguire i corsi ‘per tornare in contatto con la natura’.
E meno male che a Pasquetta il tempo è stato bellissimo e abbiamo potuto mangiare sotto questi miei magici alberi, tutti in fiore, tra l’erba tagliata, con tutti i nostri amici.
 
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Tante, come al solito, sono state le cose buone sulla mia tavola, preparate da tutti e diverse le ricette che vorrei scrivere qui. Poche e troppo sovraesposte le foto fatte in fretta e sotto un sole fortissimo. Quindi ci sarà una documentazione scarsa del pranzo. Ma piano piano vi spiegherò.
 
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Lasagna salmone e asparagi

- 12 sfoglie di lasagna all’uovo
- un mazzo di asparagi verdi
- un cipollotto
- 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
- 3 tranci di salmone fresco
- una confezione piccola di salmone affumicato
- 2 confezioni di besciamella
- 500 di robiola
- pepe bianco
- pangrattato

In una padella versare l’olio, il cipollotto tritato e i tranci di salmone. Man mano che cominciano a cuocere disfarli grossolanamente.
Con un pelapatate, eliminare la parte legnosa del gambo degli asparagi. Lessarli per 7 minuti in acqua bollente, in una pentola alta, lasciando fuori dall’acqua le cime.
Mescolare la robiola, il salmone affumicato a pezzettini, il pepe bianco macinato  alla besciamella e diluire se necessario con un pò di latte, per rendere il tutto cremoso.
In una teglia da forno versare sul fondo un mestolo di crema di besciamella e robiola. Disporre uno strato di lasagna, uno strato di besciamella, il salmone sbriciolato e gli asparagi. Coprire con un altro strato di lasagna e ripetere gli strati. Quando avrete terminato versare uno strato di besciamella e un pò di pangrattato.
Coprire con la carta stagnola. Infornare a 200° per circa 20 minuti. Scoprite e continuare la cottura fino a doratura.
 
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Mani e volti della Puglia di mezzo (Turista nella mia terra)

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Ho la macchina fotografica e la mia mente piene di quello che ho vissuto in questi giorni. Sono stata lontana dal mio blog, ma ho tentato di ‘comunicare’ le mie emozioni attraverso le immagini pubblicate qui e la sui vari social.

MI dicono ‘ma sei sempre in giro’ ed è vero. Per eventi, per i figli, per il marito, per la mamma, per me. In realtà penso che dovrei rallentare un pò, ma poi prevale il desiderio di abbracciare qua e la le persone che amo e faccio la valigia in un attimo e via.

Ma questa volta non sono andata molto lontano.

Sono stata turista nella mia terra. E’ una strana sensazione quella di cambiare punto di vista, e parlare a chi ti sta accanto, che nulla ancora conosce della Puglia, di quelle ‘strane’ piante pungenti, di quei bulbi rosa, di quei meloncini verdi che meloni non sono ma hanno il sapore dei cetrioli, e della storia dei nostri luoghi, e delle mani che ancora sanno riprodurre cose di un tempo. E ti scopri ancora più innamorata dei luoghi in cui vivi e ti stupisci ancora e ancora di quanto possa essere bianca e luminosa la luce che li colora.

Il press trip a cui ho partecipato si chiama “Le mani e i volti della Puglia di mezzo”, 5 giorni alla scoperta di luoghi, diversi dal ‘luogo’ comune che vede la Puglia come una regione che può offrire solo il mare. I GAL (gruppi di azione locale) Terre di Murgia, Sud Est Barese, Trulli e Barsento, Valle d’Itria hanno organizzato un percorso turistico nell’entroterra pugliese con blogger e  giornalisti di note testate, alla scoperta di sapori, eventi, bellezze naturalistiche e capolavori dell’architettura locale per dare un assaggio delle mille cose da fare e vedere quando si arriva nella nostra regione. E vi assicuro che sono davvero un’infinità.

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VEDI ALBUM ALTAMURA QUI –> album 

Il tour è iniziato il 26 aprile ad Altamura dove abbiamo vissuto la magica atmosfera medioevale di FEDERICUS,  una perfetta e affascinante rievocazione storica della vita al tempo di Federico II di Svevia, che vede coinvolta tutta la popolazione, con sfilate in costume,  a cui hanno partecipato anche i bravissimi artigiani di LAPIS (Local Arts Promotion Integrated Strategy), le cui mani all’opera sono state immortalate in mille foto. Altamura ha affascinato tutti con il sapore della focaccia e del pane ancora caldi, dell’antico forno di Santa Caterina e con i prodotti di ‘Biscò’ dove abbiamo assistito alla formatura del mitico pane e di ottimi biscotti.

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vEDI ALBUM DI FOCACCE E PANE DI ALTAMURA –> QUI   

A Santeramo in Colle abbiamo visto abili mani che creano capolavori nel laboratorio di oreficeria ‘Di Gesù’.

A Conversano siamo andati alla scoperta di un’area protetta (anche a me finora sconosciuta), in mezzo a ciliegeti in fiore e a uliveti infiniti e chiese rupestri, fino alla Torre di Castiglione, per poi ritornare a scoprire il bellissimo centro storico con la sua Cattedrale e il museo del Castello Aragonese che in questi giorni ospita una bellissima mostra dedicata a Paolo Finoglio.

A Rutigliano non si può non andare a visitare la bottega di Antonio Samarelli, e li vorrete sicuramente fermarvi per imparare a lavorare la terracotta e a fare con lui tegami e fischietti, ed aspettare che si compia la magia nel forno antico.

A Mola di Bari, lo stupore del pesce fresco buono da gustare e bellissimo da fotografare

A Putignano la magia dei colori del famosissimo Carnevale e della maestria di antichi artigiani che ogni anno accolgono con i loro carri allegorici migliaia di turisti e che per questa occasione hanno aperto le porte dei loro immensi capannoni. E ancora la bellezza della ‘Grotta del Trullo’ piccola rispetto a quelle di Castellana Grotte, ma ugualmente affascinante.

Quindi nella zona MIAAAAAA, a Nociiiii, dove abbiamo visitato la piccola chiesa di Barsento con la sua particolarissima architettura e il suo panorama mozzafiato.

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Ad Alberobello c’è la magia di un luogo che sembra uscito da un libro di favola. Ed io, nonostante abbia un trullo, ogni volta che percorro quelle stradine tortuose ricche di pietra e calce, con quella forma semplice che tanto racconta dell’abilità e della parsimonia del popolo locale, ne resto ammaliata. Sempre.

E come ancora non stupirsi con occhi da turista attraversando le strade pulite e piene di fiori di Locorotondo che ci regala ancora antiche storie di passione raccontate da un giovane ‘panarer’ ‘cestaio’ che fin da bambino voleva proprio impararlo questo mestiere e che ha realizzato il suo sogno, seguendo il suo percorso con un anziano artigiano che è stato il suo maestro. E la signora Nunziata Maria Spalluto che produce e vende merletti delicatissimi e ‘restaura’ con infinita pazienza antichi pizzi che andrebbero altrimenti perduti. E il nome del suo negozio è già una storia ‘La Bottega del Tempo Ritrovato’.

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VEDI ALBUM FTO DI LOCOROTONDO –> QUI 

A Martina Franca, cuore della Valle d’Itria abbiamo conosciuto le meraviglie del Palazzo Ducale e anche qui del suo centro storico, ricco di architettura barocca. Ma nelle campagne di Martina ho fatto un incontro per me nuovo e unico. Nella tenuta della Masseria Galeone, gestita dal Corpo Forestale dello Stato, abbiamo visitato l’allevamento del nostro bellissimo e forte cavallo murgese, e tanto abbiamo imparato, su questa splendida razza, assistendo alla loro ‘toletta’, al momento della ‘ferratura’, avvicinandoli prima con cautela e poi finalmente accarezzandoli. Li mi sono letteralmente innamorata. Guardandoli negli occhi, questi cavalli sanno comunicarti mille cose: bellezza, forza, potenza, saggezza, pazienza e orgoglio. E’ stata un’esperienza davvero unica. Che tutti possono ripetere durante gli open day che loro oranizzano. La prossima è fissata per l’11 maggio e sicuramente ci tornerò.

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VEDI ALBUM DI MARTINA FRANCA –> QUI  

E poi volete che la foodblogger locale non parli delle meraviglie della tavola a chi arriva per la prima volta dalle mie parti? E chiaramente è stato tutto un corso veloce sulla cucina tradizionale, parlando di lampascioni, cardoncelli (non i funghi, ma la pianta spontanea spinosa che si cucina in brodo di carne o a timballetto), di barattieri e sporchia (orobanca), e anche sui diversi modi di chiamare le ‘mozzarelle’ a seconda della forma e dimensione. Cosa che ha stupito non poco i nostri ospiti. Abbiamo assistito, commentato, assaggiato formaggio primo sale, ricotta, formaggette, trecce e burrate ancora calde, direttamente dalle mani del casaro della masseria Comea, nella zona tra Noci e Putignano. E ancora ‘focacce fritte’, taralli, polpette e ricotta forte, e panzerotti. E vino buono ovunque. E prima di partire c’è stata anche la puntata nel mio paese dove Giovanni del Caffè Pace ci ha insegnato (per la prima volta mi ha fatto entrare nel suo laboratorio eh!?!?!?!) a preparare il latte di mandorle, i suoi cornetti per noi mitici che sforna 24 ore su 24, il moretto, il gelato artigianale fatto sotto i nostri occhi e il suo fantastico aperitivo che tanto stupisce i nostri turisti.

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VEDI ALBUM MOZZARELLE –> QUI

E prima di partire abbiamo anche fornito di ‘panino da viaggio’ i nostri travel blogger veneti (Marta e Cris) dal nostro Marino, istutuzione locale del panino creativo.

Chiaramente delle quasi 1000 fotografie che ho scattato, qui ci sarà solo un assaggio, ma potrete gustare le altre gallerie, sulla mia pagina facebook. Seguono i link.

Allora …. chi dice che in Puglia c’è solo mare?

Vi aspettiamo!

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Aiuto in campagna per la cucina (e per le pulizie). Involtini di carne alla pizzaiola

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E’ tempo di prepararsi a godersi i primi tepori della campagna ed è tempo di mettere fuori un pò tutta la biancheria rimasta ben chiusa e sigillata per l’inverno. Però questo è un lavoraccio che spaventa sempre perchè, diciamocelo, è di una noia mortale e poi ci si stanca. Ma tempo fa ho sperimentato con una mia amica che perfino i lavori domestici che si odiano in maniera particolare (per me stirare), se svolti in compagnia diventano divertenti. Ma ci sono un sacco di cose da far combaciare….

Se a proporsi di dare una mano sono amiche con figli piccoli, ebbene anche loro faranno parte della comitiva itinerante. Quindi ci si inventa anche per loro dei lavoretti. Tipo spazzare il piazzale con la scopa di saggina, che sa tanto di strega. oppure zappettare qua e la pezzi di erba e il loro innato spirito distruttore sarà così appagato…. ecc…. Intanto le amiche che sono sempre a dieta ma poi gli viene il fatidico capogiro per la fame e la stanchezza devi poterle rifocillare in breve tempo e con cose sostanziose. Che devono essere anche saporite per non portare pentimenti per averle mangiate. Però… non puoi nemmeno restare li a spignattare per tutto il tempo perchè non si è li solo per divertirsi, anzi….

E allora bisogna inventarsi un piatto unico buono, anzi buonissimo, da accompagnare con una bella scarpetta abbondante e con una insalatina fresca per placare i sensi di colpa. E che piaccia a tutti, donne e bambini.

E….bisognerebbe farlo fare a qualcun altro. Magari a quel bel robot che la Moulinex (il CUISINE COMPANION, un nuovo robot multifunzione che fa un sacco di cose) ha deciso di farmi provare e che io, agguerrita foodblogger, con un pò di titibanza ho accettato come una sfida, ma che poi ho cominciato a baciare per ringraziarlo per essermi corso in aiuto in momenti come questi.

Quindi ecco qui la soluzione a tutti questo piccoli problemi.

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Mentre noi sbattevamo materassi e cuscini fuori all’aria aperta, stendevamo sui fili tende e lenzuola, i bambini giocavano allegramente….. il mio robot ci preparava … le brasciolette alla pizzaiola tutto da solo.

Quindi ognuno aveva una cosa da fare ….

E giudicate voi come son venute?

Allora vi va di venire con me in campagna al mio trullo a fare le pulizie?

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Involtini di carne alla pizzaiola

Ingredienti (per 4 persone)

- 8 fettine di vitello

- 8 cubetti di parmigiano o formaggio dolce

- Un mazzetto di prezzemolo

- Un pizzico di sale per involtino

- Un peperone rosso

- Un peperone giallo

- 4 pomodorini rossi

- Prezzemolo

- 2 coste di sedano

- 2 spicchi di aglio

- 1 cipolla bianca piccola

- Un mazzetto di erbe aromatiche(rosmarino, timo, salvia)

- 1 cucchiaino raso di origano

- Sale

- 4 cucchiai di olio extravergine di oliva

Procedimento

Preparare gli involtini su una piano da lavoro, posizionando al centro delle fettine un pezzettino di formaggio, qualche foglia di prezzemolo e un pizzico di sale. Avvolgerle e legarle con uno spago da cucina. Lavare tutte le verdure e tagliarle a pezzi piccoli. Sul fondo del recipiente di acciaio (D1) inserire l’accessorio per miscelare (F2), versare l’olio e disporre gli involtini. Versare sugli involtini di carne tutte le verdure e distribuire le erbe aromatiche, l’origano e un po’ di sale.

Selezionare la velocità 1, la temperatura a 100° e 45 minuti per la cottura. Avviare la cottura con il tasto start. Controllare di tanto in tanto che ci sia sempre abbastanza sughetto durante la cottura. Se dovesse ridursi troppo aggiungere un mezzo bicchiere di acqua calda.

A fine cottura, eliminate lo spago e servite gli involtini con un’insalata fresca.

A piacere potrete frullare le verdure e il sughetto con l’accessorio F1 e servirlo sugli involtini.

Tempo di preparazione: 1 ora e mezza

Difficoltà: minima

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Crostata piccola con coulis di fragole e mirtilli. E i pensieri del mattino davanti al caffè.

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Eccomi qui. Tanto tempo, troppo direi, lontana dal mio blog. Ma ora sono qui. A volte bisogna staccare con le proprie abitudini, per evitare che ci vengano a noia. E ritrovare nuova energia.

Ma non voglio parlare dei giorni passati perchè alla fine risultano essere tutti uguali, pur facendo cose diverse. Non voglio parlare del futuro perchè anche quello risulta essere solo una manciata di buone intenzioni che non sempre diventano progetti. Voglio parlare di ora, questo momento preciso. Ora che il caffè è appena uscito e devo alzarmi per spegnere il fuoco. Ora che non sono ancora proprio sveglia e per questo posso ancora scrivere senza correggermi. Del sole che finalmente appare per poi scomparire. Le tende sono ancora socchiuse e lasciano intravvedere le mie piante nuove che non riescono a scoppiare di vita e colori perchè quasi annegano in tutta questa pioggia. E sul balcone quest’anno c’è anche un nuovo vaso pieno di foglie e frutti e rametti che pendono. E che mi mettono nel cuore una gioia quasi di bambina. Sono due piante di fragole, di quelle grosse e golose, che ho comprato dopo aver sentito che questi frutti sono i più ricchi di quelle schifezze che mettono alle piante per farle ‘progredire’ e dare più frutti. Mi sono spaventata e ho deciso di fare un piccolo tentativo di giardino sul mio balcone. In realtà ultimamente ho notato che i miei progetti nascono, vivono, progrediscono e muoiono nella mia mente, senza passare dalla realtà, ma questa volta no. Le ho viste, le ho desiderate, portate a casa, piantate e lasciate sotto la pioggia. Il bello sarà quando arriverà il sole. Ma so già che in un momento di buona volontà tirerò giù le tende e le salverò dalla morte per disidratazione. Per ora sono vive e vegete, mi offrono frutti che io uso subito per preparare rimedi alla malinconia.

Nella corsa delle mie giornate, tutte ritagliate sugli impegni inderogabili, dall’alba al tramonto, in una sfida contro il tempo per farci entrare tutto, preferisco non fermarmi, altrimenti … mi addormento per la stanchezza. E allora cerco di mantenere un ritmo allegro e volenteroso, evitando di guardarmi intorno in casa, e di non esagerare con i rimproveri verso me stessa, casalinga imperfetta che non avrà mai una casa tirata a lucido, e di dirmi che in fondo sono una brava figlia che tenta di essere presente nei momenti di bisogno della mamma, cerco di essere una brava mamma che mantiene (= tenta di mantenere) le distanze dalle strade e dalle scelte dei propri figli per non farli inciampare in maldestri tentativi di tenerli abbracciati. Insomma, come tante donne, cerco di essere mille cose e mille persone.

E ora devo fermarmi. La giornata deve iniziare e sono contenta di aver preso il caffè pensando a chi leggerà. Vedo già su facebook che il mondo sta correndo. E ora mi infilo anch’io.

Vi lascio un dolcetto semplice semplice, di quelli che si preparano con poco, magari con una pallina piccola di frolla avanzata dal giorno prima, con una farcitura fatta in cinque minuti, ma di una bontà che dura tutto il giorno.

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Crostata piccola con coulis di Fragole e mirtilli

- Una palla di pasta frolla sufficiente per una teglia piccola, grande quando il vostro desiderio

- 300 g di fragole biologiche e mirtilli freschi

- 2 o 3 cucchiai di zucchero di canna

- la scorza grattugiata di mezzo limone

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In un pentolino mettere le fragole lavate bene e tagliate a pezzi, e i mirtilli. Aggiungere lo zucchero di canna. Far cuocere a fuoco lento fino a quando l’acqua sarà evaporata e si sarà formato uno sciroppo denso. Far raffreddare.

Stendere la pasta frolla e adagiarla in una teglia in maniera che i bordi siano un pò rialzati per non far debordare il ripieno. Con le dita formare tanti piccoli ‘fossi’.

Versare sulla frolla la coulis e cuocere in forno a 180° fino a quando i bordi saranno dorati.

Prima di mangiare, aggiungere qualche pezzo di frutta fresca

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Melanzane ripiene per ‘Abbasciamadònn’

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Noci, il mio paese, è una ‘ridente’ località, dall’aria frizzantina, nata su una collina della Murgia. Qui le stagioni sono miti e dolce è passeggiare per le vie del paese e delle nostre campagne, in ogni tempo. Il mese di maggio è tutto dedicato alla Madonna, e in particolare alla Madonna della Croce a cui è dedicato un piccolo santuario distante un km dal centro abitato. Una Madonna molto amata e venerata perchè dispensatrice anche di miracoli, in particolare per i bambini che pativano di ernie. Quando ero bambina c’era un rito (il rito del ‘passa-passa’) che si svolgeva il tre di maggio, nel bosco adiacente la chiesetta, durante il quale i bambini venivano fatti passare per tre volte attraverso il ramo di un albero di quercia, tagliato per tutta la sua lunghezza. IN seguito, secondo la credenza, fede o superstizione,  se il ramo avesse continuato a germogliare il bambino sarebbe guarito. Dopo questo rito, partiva la processione dei fedeli che tutti insieme ‘portavano’ il quadro della Madonna dal santuario alla Chiesa Madre. E per tutto il mese si ‘faceva il mese alla Madonna’ che consisteva nel seguire la messa all’alba, accompagnato magari dal mitico ‘fioretto delle ciliege’, terribile promessa di non assaggiare manco un frutto per atto di costrizione e devozione.

L’ultimo giorno del mese tutta la popolazione seguiva la processione al contrario, dalla Chiesa Madre fino al Santuario, respirando l’aria tiepida e profumata di rose. In particolare di una rosa color rosa, profumatissima, addossata ad una delle croci di pietra che si trovano lungo il percorso. Quando da bambina andavo ‘abbàsc à Madònn’ (giù alla Madonna) con mia madre, mia nonna e i miei fratelli, mi raccontavano che quella rosa è sempre stata li, e fiorisce per tutto l’anno, ed è sempre ricca e profumata come il mese di maggio.

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La sera del 31 si organizzava una festa giù nel boschetto di lecci di questo Santuario. Ognuno portava con se tielle intere di melanzane ripiene, focaccia di patate con mortadella e provolone, verdure fresche per accompagnare, dette ‘u mischtùr’ e una buona bottiglia di vino.

Si organizzava il picnic in compagnia, si mangiava e si cantava tutti insieme in allegria, nel buio del boschetto e così si festeggiava la Madonna.

Nel corso del tempo questa usanza di è modificata di molto. Il boschetto è stato ceduto ad un privato, la festa si svolge sempre nel grande prato davanti alla chiesetta. Solo che le melanzane ripiene preparate in casa, hanno lasciato il posto ai panini con le salsicce, alle focacce delle bancarelle e l’aria che prima era piena di canti e risate della gente, ora è piena di canzoni di dvd venduti a poco e dal rumore dei gruppi elettrogeni degli ambulanti.

La devozione continua, sempre viva. I nocesi continuano a seguire la processione e a ritrovarsi giù tutti insieme, ma i profumi sono cambiati.

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E qui, arriva la novità.

Nostalgica come sono delle cose buone e belle di una volta e degli incontri festosi, penso che bisognerebbe tornare almeno ….. alle melanzane ripiene fatte in casa.

E così, con gli amici dell’associazione NOCI MY DESTINATION, ci incontreremo tutti ‘ABBASC A’ MADONN’  con il nostro kit da degustare, completo di ‘melanzane ripiene, focaccia con mortadella e provolone e ciangiùff sbucciati e tagliati’. Invitiamo tutti a fare altrettanto. Chi sarà pigro o impossibilitato a preparare queste cose tradizionali, non dovrà preoccuparsi. CI PENSIAMO NOI. Tutti potranno acquistare il ticket per ritirare il kit, qui a Noci, presso l’Hotel Cavaliere entro il 28 maggio alle 13.

Per maggiori informazioni chiamate il num. 346.6339414

per la ricetta andare QUI

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Brioches alla vaniglia

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E’ uno strano periodo. ‘Ove tanto niente….’ che da noi significa ‘o non riesci a fare niente, oppure fai troppo’.

E infatti la mia vita fatta di eccessi, prevede o un silenzio prolungato sul blog, o una sovrabbondanza di parole. Ma mai che io stia ferma per più di cinque minuti. E ho sempre e comunque voglia di cucinare, di assaggiare, di condividere.

Poi ci si mette anche l’estate che si avvicina, la voglia di perdere qualche chilo, il caldo che gonfia, le cose dolci sono vietate… ecc…. ecc…. ti ritrovi alcune sere che hai proprio voglia di una cosa dolce per farti due coccole, ma un pò per le cose su dette, un pò perchè credi che ci voglia troppo tempo per preparare ‘almeno’ una piccola brioche, insomma … desisti.

Però devo dire la verità, ormai apprezzo sempre di più il fatto di utilizzare degli elettrodomestici che mi fanno risparmiare tempo e ‘fanno loro’ mentre io faccio altro. Però, come quando mia madre diceva che alla nascita del terzo figlio voleva dare i baci alla lavatrice, perchè senza di lei non avrebbe saputo come fare per avere i panni lavati senza troppa fatica, ora io dico che avere in casa un robot come il CUISINE COMPANION , un nuovo prodotto della MOULINEX, un robot multifunzione che fa un sacco di cose che mi prepara la pasta brioche da solo, mi fa quasi commuovere, e mi viene spontaneo dirgli grazie. E a volte, quando mi sento davvero oberata dagli impegni, fargli preparare una buona zuppa calda, o una crema pasticcera, mi fa sentire bene, come se ci fosse qualcuno che si prende cura di me, o almeno mi dona un pò del suo tempo.

Fino ad oggi sono sempre stata una sostenitrice che fare da se è buono e fondamentale. Da quando ho in casa il  CUISINE COMPANION ritengo che farsi aiutare  sia ancora ‘più buono’ e saggio.

E poi guardate qui che cosa ho preparato!

Delle brioches sofficissime e profumate alla vaniglia, buonissime da sole, ma ancora più buone con la mia marmellata di albicocche.

Se volete saperne di più andate qui
https://www.facebook.com/moulinex.italia
http://www.cuisinecompanion.moulinex.it

Ecco qua la ricetta:

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Ingredienti

330 g di farina 00

150 di farina manitoba

Mezza bustina di lievito disidratato di birra

90 g di zucchero

Un vasetto di yogurt bianco

1 uovo intero + 1 tuorlo

150 ml di latte scremato + un paio di cucchiai per spennellare

1 cucchiaino di essenza di vaniglia

La scorza grattugiata di un’arancia piccola

Zucchero a velo

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Procedimento

Nel latte tiepido (attenzione! Tiepido NON caldo) far sciogliere lo zucchero e il lievito. Nel frattempo nel recipiente di acciaio (D1) inserire l’accessorio ‘lama impastatrice’ (F4) e versare le farine e la buccia dell’arancia. Impostare velocità 5 e tempo 2 minuti e avviare. Versare il latte (in cui avete sciolto lo zucchero e il lievito), lo yogurt, la vaniglia e le uova, una per volta. Controllare se l’impasto risulta liscio ed elastico. Se ancora non lo è reimpostare la stessa velocità per un altro minuto.

Formare una palla. Far lievitare per almeno 5 ore in una ciotola, coperta con la pellicola trasparente, e mettere in forno con la sola luce accesa.

Sgonfiare l’impasto con dolcezza, ricompattare la massa e formare delle palline da sistemare, distanziate, su una placca da forno coperta con carta da forno. Far lievitare ancora per circa 30 minuti. Spennellare con latte e cuocere in forno per circa 20 minuti a 180°. Non devono diventare scure, ma solo leggermente dorate. Se usate dolci, spolverizzarle con zucchero a velo.

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Insalata di patate, fagiolini e ravanelli al pepe nero. Apriamo le porte all’estate.

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Qui è ancora alba. Ho bisogno del fresco di questa mattina ancora non iniziata, perchè sento un caldo incredibile e una smania di cominciare a mettermi in moto. Ho tanto da fare questa settimana. E mi da la carica non solo il lungo elenco davanti a me, ma anche la responsabilità di quello che abbiamo deciso di organizzare.

Però ora, questo momento, caffè sul tavolino nel balcone, nessuna macchina ancora in giro, lo voglio dedicare a me. Voglio allenarmi all’idea che le cose si fanno ugualmente anche senza l’ansia. Meglio farle con allegria.

E allora, tolgo i fiori secchi dalle mie piante, controllo l’umidità del terreno infilandoci il dito dentro, guardo il cielo per immaginare che tempo mi aspetterà oggi; un pensiero a chi è lontano augurandomi che abbiano una buona giornata (i fili del cuore non si spezzano mai), un pensiero a chi andrò a svegliare fra un pò. Raccolgo le immagini di ieri, nella mia amata campagna, dove abbiamo iniziato le danze della bella stagione, accarezzando le rose delicate appena sbocciate, curando il campo, dipingendo cassette che diventeranno vassoi, raccogliendo fragole e ciliege, intrecciando ghirlande estive, con quello che c’era. dormicchiando sulla sdraio, facendo foto da condividere. Io amo questo mio angolo dove trovo la pace che mi serve.

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Poco tempo alla cucina. Tra le occhiate un pò deluse di  un figlio che non si accontenta di mangiare leggero, ho preparato una cosa veloce e buona.

Non credo che questa settimana riuscirò a postare molto. Ci proverò. Ma per ora vi lascio la mia ricetta veloce, che non stupirà nessuno, leggendola, ma assaggiandola si.

Vi lascio anche le foto di ieri, e io prendo il mio caffè. Buona giornata a tutti voi.

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Insalata estiva di patate, fagiolini, con ravanelli al pepe.

(x 4 persone)

- 8 patate piccole

- 500 g di fagiolini

- un mazzetto di ravanelli

- olio extravergine di oliva

- pepe nero macinato fresco

- sale

- timo, origano, prezzemolo freschi

Lessare le patate immergendole con la buccia in acqua fredda. Controllare la cottura infilando i rebbi di una forchetta.

Lessare i fagiolini, spuntati e lavati. Tirarli al dente.

Pulire, lavare bene, e affettare sottilmente i ravanelli. Disporli in un piatto e metterci su un pò di sale fino per eliminare l’acqua di vegetazione. Sciacquare dopo 10 minuti e condirli con pepe nero, e un filo d’olio.

Sminuzzare le erbe fresche.

Spellare le patate e schiacciarle grossolanamente con una forchetta direttamente nel contenitore di portata.

Aggiungere i fagiolini, i ravanelli, le erbe. Condire con sale, olio e ancora pepe.

Guarnire con fiori commestibili e servire.

Per renderlo un piatto completo associarlo ad un formaggio fresco.

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Una giornata tutta per me, tra campagna e mare

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IMG_5069 Siamo sempre alla ricerca di noi stessi. Ma a volte si scopre che invece di ritrovarsi ci si sente ancora più persi e smarriti. E allora, ancora una volta, come ho spesso detto anche qui, bisogna chiudere gli occhi, fare un bel respiro, svuotare la propria mente e ricominciare tutto daccapo.

Vengo fuori da una settimana estenuante, fatta di nuovi progetti e di una nuova esperienza. Bella, stancante, chiarificatrice, dapprima entusiasmante, poi ridimensionata. Ma che richiede una nuova messa a fuoco, per poter continuare.

A volte mi chiedo… ma non è che voglio fare troppe cose? Non sarebbe meglio dedicarmi SOLO alle faccende quotidiane e godermi un pò un buon libro, una bella passeggiata con calma, il cinema… ecc… invece di imbarcarmi in mille impegni che poi, puntualmente non portano ad alcun lavoro?

Nonostante la mia curiosità e la mia capacità di saper usare i social, a volte ho l’impressione che questo mondo cominci a correre più di me ed io mi sento un pò indietro.

Voglio troppo? non so… devo riflettere. E per questo mi sono concessa una giornata tutta per me. Ero indecisa tra il relax della mia campagna o l’aria del mare. E allora… mi son presa entrambe e anche di più.

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Ho raccolto nel silenzio della mia campagna fragoline, asparagi grossi e le poche ciliege che i miei alberi mi hanno regalato. Le ho sistemate in una cassetta di legno che avevo precedentemente pitturato per questa occasione. Raccolta anche qualche rosa profumata, innaffiato tutto… e via sulla strada del mare.

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Spaghetti alle cozze in un ristorantino romantico. Poi pomeriggio a dormire giù in spiaggia. Caffè con gli amici che ci hanno raggiunto. E via in una mostra bellissima di fiori e piante straordinarie. E poi ritorno a casa, per preparare le valigie.

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E come al solito, oltre alle mie parole e le mie riflessioni, vi lascio anche qualche immagine che parla della mia giornata.

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E anche una domanda: ma a voi capita mai di sentirvi insicure, di voler lasciar perdere i vostri progetti, di credere di non potercela mai fare?….

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Facciamo outing sulla dieta (più due ricette per volersi bene: ‘insalata con caprino e mango’ e ‘tempura di gamberoni e verdure’)

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Leggo un post di Alex su facebook. Parole che sono quasi un ‘outing’ sul mandare a quel paese le diete. Riflessioni sulle speranze disattese, sui successi di cui vantarsi brevemente, difficili da mantenere perchè per farlo bisogna essere altamente concentrati solo su quello e tutto il resto della propria vita comincia ad essere condizionato solo da quello.

E leggo anche le risposte, che accolgono quasi con un senso di liberazione le parole di Alex, come per dire… ‘anch’io, anch’io, finalmente qualcuno che lo dice senza timori’.

E’ una storia infinita… d’inverno si tentano le diete, d’estate diventa un incubo il non esserci riusciti. Si acquistano magliette non aderenti, che non si poggiano sui fianchi, scollate per puntare sul décolleté che ‘distrae’ dal resto, salvo poi prendersi un colpo quando, passando davanti ad una vetrina, quasi non ci si riconosce in quell’immagine che rimanda. Ma, oddioddioddioooo, sono proprio io quella li? E se sei arrivata a questa taglia allora, è solo colpa del fatto che a casa hai  specchi a metà di quelli in cui ti vedi solo fino al seno! Ma che fare? comprare ora lo specchio intero e soffrire per i futuri insuccessi? o continuare a convivere con l’illusoria immagine che hai di te stessa?

Mi è capitato proprio ieri di aver indossato una camicia da notte bellissima, acquistata in fretta fidandomi della taglia senza averla indossata. Quindi acquistata sulla fiducia in me stessa. Fatto male, malissimo! per poco non ho dormito tutta la notte, dopo aver sovrapposto l’immagine immaginata a quella reale. Eppure a detta di tutti non sono proprio una oversize. Ma, si sa, il nostro occhio ci vede sempre in sovrappeso, fin dall’adolescenza, anche se indossiamo una normale 42, ci copriamo, ci pieghiamo in avanti per nascondere una sana terza/quarta di seno. E proseguiamo per tutta la vita, ignorando che andando avanti raccoglieremo ancora altri etti (notare la finesse, non ho detto ‘chili’) e continueremo l’estenuante battaglia del ‘mi devo mettere d’impegno’ e del ‘ricomincio da lunedi, perchè oggi proprio non ce la faccio’.

E si perchè nella nostra vita il cibo non è solo un bisogno primario, ma un dono prezioso da condividere per donare gioia e piacere ai propri ospiti, un balsamo per i nostri cuori malinconici, un premio da regalarsi per stare bene, un piacere intenso per suggellare un momento importante. E ciascuno di noi ne assume secondo il proprio bisogno e il proprio parere. Quindi perchè sentirci in colpa sempre e ovunque, quando inizia la salivazione davanti ad un pezzo di un tiramisù o davanti ad un piatto di tagliatelle al ragù? Certo non ci si può tuffare ogni giorno in 300 grammi di pasta, ma quando ci capita di stare con gli amici, o di sentirci un pò giù, se questo ci dona felicità perchè non farlo senza l’autoflagellazione?

Io ho iniziato una dieta solo una volta nella mia vita. Mai nemmeno tentato quelle dei giornali, o quelle consigliate dalle amiche, perchè sono sempre stata convinta che è pericoloso non essere seguiti da uno specialista. E poi mi sembrano assurde quelle monotematiche, la dieta della banana, quella del latte, quella della sola frutta, della sola carne. Per non parlare quella del sondino, del digiuno…. no no, non ce la posso fare…. Meglio farsi consigliare…. o seguire il consiglio saggio della mia mamma. Mangia la metà di quello che fino ad oggi hai mangiato. E qualcosa dovrà pur succedere no? Io dopo la mia dieta ho perso dieci chili, mi sentivo benissimo, mi entravano i vestiti di una volta, se ne accorgevano gli altri, ma…. avevo perso la gioia del cibo, avevo quasi perso l’appetito e non scrivevo più sul blog con lo stesso entusiasmo, nemmeno parlando di un’insalata. Quindi ho molto ridimensionato dieta e obiettivi.

E poi la vogliamo proprio dire tutta? ed è la verità, giuro… IO mi piaccio proprio così, un pò morbida, pronta ad abbracciare chiunque, e poi, se mangio cose buone sono anche più sorridente e contenta. E quindi oltre all’abbraccio regalo anche allegria e positività.

Quindi, concludendo…. volete raccontarmi i vostri vani tentativi di dieta e fare outing qui, e così non se ne parli più di diete, che ci rendono tristi. Ci sfoghiamo una volta per tutte e non ci pensiamo più (almeno per questa estate eheheh). Ma intanto, mettiamoci d’impegno a:

1) diminuire le porzioni dei nostri piatti quando possiamo e vogliamo

2) buttiamo via dall’armadio i vestiti di due taglie piccole che speriamo di poter indossare ancora ‘dopo’ la dieta, perchè tanto vi fanno solo sentire tristi e arrabbiate. Poi si pensa, se dimagriamo ne compriamo di nuovi.

3) compriamo i vestiti che comodi che non stringono e non ci tolgono il respiro, ma che ci abbracciano

4) non guardiamo le vecchie foto con nostalgia

5) regaliamoci un bel massaggio rilassante con oli profumati, appena possiamo, tanto quello non si paga a chili e costa lo stesso di una magra.

6) Trucchiamoci, vestiamoci bene, sentiamoci belle, perchè siamo belle, non solo dentro, come da facili battute, ma anche fuori.

7) allontaniamo da noi quelli che dicono ‘ma sempre a mangiare pensi?’ che mi fanno un pò di tristezza. Oppure quelli che dicono, ‘essììì tu fai la foodblogger, cucini e poi mangi, e allora di che ti lamenti?’. A quelli dico, andate a leggere i fashionblog e non rompete.

8) passeggiamo e balliamo in compagnia, che aiuta a mantenerci allegri e in forma.

9) e se andiamo a mare, se proprio ci vergogniamo, mettiamoci il due pezzi quando non c’è molta gente e quello intero quando siamo circondate da quelle che mangiano solo anguria e cracker sulla spiaggia, perchè è inutile, con tutta la buona volontà un pochino ci sentiamo condizionate. Piano piano ce ne fregheremo completamente.

10) andiamo a testa alta, 'con l’aria nostra’ in mezzo alla gente, perchè se ci piacciamo noi, piaceremo moltissimo a chi incontreremo.

E qui voglio anche i giudizi sinceri degli uomini eh?

E intanto lascio a voi la scelta di due piatti (che ho mangiato ieri, si entrambi!), da desiderare e da mangiare se vi va.

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Insalata con caprino e mango

- insalata riccia

- caprino o robiola

- mango maturo al punto giusto che deve profumare da inebriarvi

- olio extravergine di oliva

- sale

- crostini di pane (pochi)

 

Procedimento….. assemblare il tutto e gustatevelo prima di altri piatti.

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Tempura di verdura e gamberi

- un tuorlo

- farina 00

- acqua gassata GHIACCIATA

- un pizzico di sale

- olio di semi di arachidi per friggere

- verdure (zucchine, carote, melanzane)

- gamberi

preparate la pastella mescolando la farina, il tuorlo, l’acqua gassata freddissima e il pizzico del sale, fino a quando otterrete una pastella che avvolge quello che dovete friggere, senza scivolare via.

Tagliare a fette sottilissime le verdure.

Sgusciare i gamberi.

Immergere un pezzo per volta nella pastella e friggere in olio caldo. Scolare su carta assorbente e aggiungere ancora un pò di sale. Servire caldissimo

(Un altro consiglio: mangiate poco pane e bevete acqua, non vino)

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Dove sei?

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Dove sei? ancora ti cerco per le strade, quando apro la porta di casa tua e vedo per caso una maglietta nera e dei capelli bianchi, ma è solo qualcuno che ti somiglia. Ma il cuore fa un salto forte, lo stesso. Aspetto ancora che tu compaia all’improvviso e mi dica di avermi fatto uno scherzo, terribile, ma uno scherzo… Ancora non voglio lasciarti andare, ma cosa devo lasciar andare? sei sempre il mio aquilone che vola lassù, e io ti tengo legato a me con il filo. E lo tengo forte. E lotto con il vento della malinconia, a volte della rabbia, perchè a me non è dato capire questo mistero che mi ha portato via in un attimo un amore grande, che è stato con me da sempre, da quando sono nata. Che mi ha portato per mano e indicato la strada. Che mi ha regalato a piene mani abbracci e sorrisi. Che mi ha fatto ridere tanto e tanto. E ha preparato per me cose buone e che ha riso con me dei chili in più.

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Accidenti quanto mi manchi. E questo vuoto non si può riempire di niente. Questo è solo tuo, e nessuno può sostituire quello sguardo luminoso di quando mi vedevi. E i tuoi massaggi sulla mia spalla dolorante. O la tua mano sulla mia fronte. O le tue parole, i tuoi racconti, i tuoi consigli.

E i ricordi affiorano. Sempre in mezzo ai sorrisi. Quando non volevi mai venire con noi nei viaggi e una volta per portarti sul Pollino a mangiare i porcini, abbiamo dovuto ‘rapirti’, dicendoti che dovevi venire con noi per sentire ‘un rumorino strano alla macchina’, e poi ti abbiamo portato via. E tu ci hai detto ‘a così è? da oggi non mi fregate più’. O quando mi hai fatto due bidoni non facendoti trovare a casa per venire con me alla dietologa e poi al terzo appuntamento ti ho fatto un appostamento a cui non ti sei potuto sottrarre.

Ma ti ricordi quando ti ho portato per forza al mare e abbiamo parlato per ore in acqua fino a farci venire alle mani ‘il bagno’, cioè la pelle rugosa e bianca.

Quanto ci piaceva parlare, fermi per strada, seduti al tuo tavolo, per ore, e io ti dicevo ‘papà quando vengo qui, non combiniamo più niente di quello che dobbiamo fare, parliamo solo e basta’ e tu mi dicevi ‘ dai Ninetta, rimani ancora un pò qui, che vai sempre di corsa’. E meno male che sono rimasta tante volte a raccontarti di me e ad ascoltarti. MI sono riempita di tutte le parole del mondo e ora ne ho un pieno, da cui attingo a piene mani quando ho voglia di risentirle.

Anche di abbracci ho fatto il pieno. Solo che di quelli ancora ne vorrei.

E’ strano come una luce particolare, un caldo come quello di oggi, un sapore di stagione, mi riportino all’improvviso la stessa malinconia di due anni fa, quando sei andato via per sempre. Non è una data, quella di domani, che mi ricorda che non ci sei più. Ma un insieme di sensazioni e di ricordi marchiati a fuoco sulla mia pelle, che mi riportano indietro con un brivido e con una sensazione di vuoto profondo.

Perchè ne parlo qui? perchè qui tutto è vento. Il vento delle parole mie e di chi le leggerà. Qui non c’è tempo, non è nemmeno un luogo. E’ un … ovunque e in ogni tempo. E anche qui spero che tu ci sia. Perchè oltre che dentro di me, non so più dove cercarti. Ho ritrovato i tuoi abbracci infilandomi i tuoi maglioni, quando avevo freddo fuori e dentro il mio cuore. E ti ho sentito. E oggi sai cosa ho fatto? ho preso una delle tue magliette che avevamo comprato insieme, ho tagliato quello che c’era ‘in più’, confidando nella moda che sbologna tutto come originale, e ne ho fatto una cosa bella da indossare. E mi son sentita bene, ancora una volta con te.

Ma ancora non sono pronta per lasciare il filo di questo aquilone. Non voglio che ti perda nel vento di un ricordo lontano. Meglio la tempesta del mio cuore. Resta ancora qui.

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Plum cake alla Strega (rimedio per risalite veloci)

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Questo post sembra grigio, invece finisce a colori.

Scrivo e riscrivo post da giorni. Sono piena di bozze conservate perchè sono sempre parole ed emozioni mie che non voglio buttare, ma non mi sembrano proprio quelle che rappresentano il mio stato d’animo. Che ora è informe, mutevole, in attesa di una sua nuova evoluzione.

Cambiamo sempre, anche e forse soprattutto quando ci sentiamo persi. Quando non ci sentiamo più pezzi combacianti del puzzle. All’improvviso non ci stiamo più in quei confini. I bordi richiedono altri luoghi in cui sistemarsi.

Arriva il momento in cui devi allentare la presa delle zavorre che ti porti appresso e alleggerire il cuore, svuotare la mente, perdere qualche chilo per camminare più speditamente, mettere in uno zainetto l’essenziale e andare via. Lasciare qualsiasi forma di dipendenza dagli altri. Che siano i figli, che siano i doveri, che siano le abitudini, il senso della proprietà che ci lega ancora a quello che abbiamo, lasciare anche il senso del tempo che scandisce la nostra giornata, delegare le responsabilità ad altri, smettere di amare soltanto, non credere di essere sempre la più forte, farsi accarezzare un pò e godere di un momento di attenzioni. Lasciare da parte l’orgoglio che ci fa sorridere sempre e dire ‘va tutto bene’ come nei film americani, e continuare a parlare di te quando qualcuno ti riversa addosso tutti i suoi malesseri interrompendo il tuo racconto.

Ecco si, svuotare la mente e riempirla di immagini, persone, cibi nuovi, nuovi desideri.

E poi ancora….

Ho capito che bisogna anche ascoltare il proprio corpo, che ti da segnali per capire meglio quello che succede dentro di te. Da un pò di tempo se sono sola mi capita di non aver desiderio di mangiare, lo faccio perchè devo, ma questa è una terribile sensazione che priva di colori la mia vita. Cucinare per forza, senza idee, quelle che ti vengono dal desiderio di assaggiare, abbinare, sperimentare… è tristissimo. L’inappetenza, al pari della fame nervosa è davvero una cosa che deve far riflettere su se stessi.

E’ cominciata piano, eliminando un alimento per volta, prediligendo metodi di cottura sempre più semplici, essenziali, ingredienti con poco sapore e poca sostanza, verdure e pollo, come se fosse un fastidio da sbrigare velocemente. E ho capito che qualcosa si stava lentamente spegnendo dentro.

Mi sono spaventata un pò di tutta questa apatia e allora ho deciso di ricominciare a preparare piano piano delle ricette semplici ma con dentro qualcosa di stimolante. Arriverò anche al Kebab speziato e piccante, lo sento….

Intanto desidero spezie di paesi lontani, sperando di poter andare presto li a comprarle. Poi mi sono iscritta a gruppi di foodblogger di altri paesi, India, Irlanda, Scozia, America del Sud…. Mi sono iscritta addirittura ad un’associazione di Amish, per capire meglio la loro cultura.

Ho comprato libri di ricette di altri paesi. Mi sono iscritta ad un corso di cucina giapponese perchè amo la loro raffinatezza e i loro riti.

Ho rubacchiato ricette da libri bellissimi che costavano un occhio. Copiate furtivamente mentre bevevo un succo d’arancia nelle Feltrinelli che ho visitato. E sentirsi delinquente in questo è anche eccitante.

Poi un bel giorno, sono tornati i figli a casa, dall’università….. E ho cominciato a cucinare con piacere, preparando piatti profumati e plum cake al liquore.

Alla fine si è capito qual’è il problema.

La solitudine.

Ma anche per questo ho già la soluzione. Vedrete.

Per ora vi lascio il mio plumcake, suggerito da Morena, ma modificato in qualcosina, tipo l’uso del bicarbonato come lievitante, perchè volevo giusto sperimentare.

Faccio un copiaincolla che sono sicura lei acconsentirà perchè è amica mia.

PicMonkey Collage

Plum cake alla Strega (English version below)

Ingredienti per uno stampo da 25 cm:
150 gr di burro morbido
100 gr di zucchero per l'impasto + 80 gr per gli albumi
1 cucchiaino di zucchero vanigliato
2 cucchiai di Liquore Strega
4 uova a temperatura ambiente
120 gr di farina 00
70 gr di amido di mais o fecola o frumina
1 pizzico di sale
un quarto di cucchiaino di bicarbonato sciolto in un vasetto di yogurt bianco da 125 ml


Prima di tutto setacciate in una ciotola la farina, l'amido ed il sale.
Montate a neve ferma gli albumi  aggiungendo man mano gli 80 gr di zucchero.
Lavorate a pomata il burro con lo zucchero (100 gr) e lo zucchero vanigliato fino ad ottenere una bella crema morbida quindi aggiungete i tuorli uno alla volta. Unite anche il liquore.
Aggiungere lo yogurt in cui avrete sciolto il bicarbonato. Aggiungete alternando le polveri e quindi incorporate delicatamente gli albumi.
Versate il composto nello stampo imburrato ed infarinato o rivestito con carta da forno. Infornate a 180° statico nella parte bassa del forno per circa 40 minuti. Controllate la cottura con uno stecchino perchè ogni forno è diverso e potrebbe volerci di più o qualche minuto in meno.
Sfornate, lasciate intiepidire poi togliete il plumcake dallo stampo e lasciatelo raffreddare su una gratella. Cospargete di zucchero a velo vanigliato.
Se lo conservate ben avvolto nell'alluminio o in un sacchettino di nylon si conserverà bene.. sempre che ne abbiate bisogno, ma dubito!!
Più semplice di così!!

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Plum cake with your favorite flavored liqueur

(Ingredients for a mold of 25 cm)


150 grams of soft butter
100 grams of sugar  + 80g (to mix to the eggs white)

1 teaspoon of vanilla sugar
2 tablespoons of flavored liqueur
4 eggs 
120 grams of flour 00
70 grams of corn starch or potato starch or frumina
1 pinch of salt
a quarter of a teaspoon of baking soda dissolved in a small pot of plain yogurt 125 ml

First of all in a bowl sift the flour, starch and salt.
Whip the egg whites and  gradually add 80 grams of sugar.
Work in cream the butter with the sugar (100 gr) and vanilla sugar until you get a nice smooth paste and then add the egg yolks one at a time. Add the liqueur.
Add yogurt in which you have dissolved baking soda. Add alternating the mixed four and then incorporated the whites egg gently.
Pour the mixture into buttered and floured mold (or with baking paper). Bake at 180 ° static in the lower part of the oven for about 40 minutes. Check the area with a toothpick because every oven is different and it may take a few minutes more or less.
Remove from the oven, let cool. Sprinkle with powdered sugar icing.

Ho scritto un libro di ricette a 20 mani

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La vita di blogger, se fatta seriamente, è costellata di occasioni e incontri che ci arricchiscono. Ma per quanto mi riguarda le esperienze che lasciano il segno più bello sono quelle che riguardano i libri. Perchè quando andranno in giro, di carta o virtuali, sarà come se un pezzo di te, rimarrà impresso nella mente o, come nel caso di cui adesso vi parlerò, nelle cucine e nelle mani di chi lo sfoglierà. Sono davvero contenta di poter parlare di questo bel progetto di lancio di un nuovo utilissimo elettrodomestico, il Cousine Companion, della Moulinex, per il quale ho collaborato alla stesura di un libro davvero ricco di ricette. In collaborazione con altre 9 brave foodblogger abbiamo preparato, testato e fotografato ben 100 piatti, da preparare con facilità anche con i bambini, e da gustare con tutta la famiglia. Questo libro, anzi ebook,  si può scaricare facilmente da internet ---> qui, ed è rivolto a tutti coloro che non hanno molto tempo per cucinare, o non hanno particolari abilità in cucina, o semplicemente hanno bisogno di un aiuto per cucinare più cose contemporaneamente. E, io che l’ho provato posso dire che i risultati sono davvero ottimi. Per me è davvero un grande aiuto quando voglio preparare velocemente una crostata, il pane, un sugo che richiede una lunga cottura, o addirittura un risotto, che altrimenti richiederebbe la mia presenza costante per rimescolare. Ebbene, con questo elettrodomestico, ho trovato davvero una compagnia utile.

Date un’occhiata al link e studiate bene le ricette e poi magari ditemi cosa ne pensate anche voi. Io qui vi posto subito la ricetta del mio risotto con i funghi preparato con il Cuisine Companion

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Risotto con funghi e prezzemolo 

Ingredienti (per 4 persone)

1 cipolla bianca

4 cucchiai di olio extravergine di oliva

250 g di riso Carnaroli

1 vaschetta di circa 300 g di funghi champignon

800 g di brodo vegetale già salato e bollente

Prezzemolo

4 cucchiai di formaggio

Procedimento

Sbucciare la cipolla, tagliarla a pezzi e versarla nel recipiente d’acciaio dove avrete inserito la lama ultrablade (F1). Impostare velocità 11 per 10 secondi. Avviare.

Togliere la lama e inserire l’accessorio per mescolare (F2). Versare 3 cucchiai di olio e avviare il programma P1 per cottura lenta per 7 minuti a 130°. Dopo 3 minuti aggiungere il riso.

Avviare il programma P3 a 95° per 22 minuti e aggiungere i funghi e dopo 3 minuti aggiungere il brodo bollente. Chiudere il tappo.

2 minuti prima della fine del programma versare il formaggio e l’altro cucchiaio di olio.

Prima di servire amalgamare bene il risotto e distribuire del prezzemolo tritato.

Tempo di preparazione: 1 ora

Difficoltà : media

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La magia del Giappone al corso di Sushi

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Ve l’avevo già preannunciato… Quando l’anima è inquieta cerca nuove strade per sistemarsi comoda e io ho deciso di aprire la mia mente e il mio cuore al mondo intero. E dato che la strada che mi viene spontanea imboccare è sempre quella del cibo, allora ho cominciato ad avvicinarmi ad altri sapori e profumi. Non per noia, ma per esigenza di arricchimento di qualcosa di nuovo.

E così un giorno su fb sento profumo di berberè e si affaccia una mia amica che alla mia curiosità da bambina mi risponde con un ‘mandami il tuo indirizzo e te lo faccio assaggiare’… e, tempo un giorno mi arriva una scorta infinita…. ma di questo dono ne parlerò la prossima volta.

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Oggi parliamo di Giappone. Del suo cibo e delle tradizioni, di una dolcissima cuoca di nome Harumi e di una serissima scuola di cucina, di cui vi avevo già parlato tempo fa e di cui ora torno ancora a parlare, l’Istituto Eccelsa di Alberobello. Quando a metà strada si decide di cambiare rotta non lo si può fare come sprovveduti, ma bisogna avvalersi della ‘protezione’ e della competenza e della professionalità di chi ne sa più di te, perchè non si può sprecare tempo nei tentativi. E allora ho accetato al volo la bella occasione di un corso di cucina giapponese per imparare (per ora) a preparare il sushi. (spero a breve di imparare a cucinare anche le buonissime zuppe giapponesi).

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_MG_9946(che strana la vita… scrivo in questo momento da Roma, dal mio solito B&B dove soggiorno e chi arriva? una bellissima coppia di giapponesi in viaggio di nozze… non ci posso credere… attaccherò bottone dopo…)

Forte è l’emozione di entrare in una cucina professionale con 16 postazioni complete di tutta l’attrezzatura, le dispense, il grembiule, gli ingredienti pronti che ci aspettano per iniziare questa avventura….E con la presentazione dei due docenti, Harumi Nakamura e lo chef Domenico Zizzi, iniziano I riti di preparazione del riso, del taglio delle verdure, del pesce per sushi e per sashimi, della spiegazione di termini a noi sconosciuti ma di cui subiamo il fascino da sempre, come Maki e Nigiri e piano piano cominciamo a capire l’importanza della lentezza e della precisione dei movimenti,stupiti di quanto possa essere facile imparare con una brava guida al nostro fianco.

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Come al solito, districandomi tra coltelli affilati, spiedini di gamberi, trancetti di salmone fresco, di branzino appena sfilettto, di tonno rosso di eccellente qualità, e macchina fotografica e Iphone sono riuscita ad imparare, cucinare, e fotografare per poter condividere con voi la maggior parte di quello che ho vissuto.

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e come sempre le foto possono esprimere pià di mille parole. Qui ne condivido alcune, per il resto (e sono tante) cliccate QUI per il mio album su facebook.

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Ora la prossima sfida sarà un bel corso di pasticceria, di cui sono già aperte le iscrizioni….

yeaaahhhhh….


Insalatona con friselle e il ritorno a casa prima di ripartire

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Ogni tanto torna. Si penserà sicuramente questo di me. Il lungo periodo di assenza può far pensare tante cose. Non ha più voglia di scrivere, non ha più interesse per il blog. Non sta più cucinando ed è diventata magrissima. La sua curiosità è rivolta altrove. Altri interessi altro genere.

No no, niente di tutto questo. Solo un salutare momento di pausa, fisica per me e fisiologica per il blog. I social stanno avvelenando con la loro velocità e la loro approssimazione, quella che era e che spero ridiventi, la poesia e il tempo lento dei blog. Cominciavo a sentirmi un pò anacronistica e romantica solo perchè mi sedevo e scrivevo i miei pensieri. Mi hanno anche dato del ‘Mulino Bianco’ per la mielaggine delle mie parole. A parte il chissenefrega d’obbligo, e il ‘sta mano può esse fèero e può esse piuma’, il mio blog nasce e resterà sempre un posto dove mi piace scrivere, non solo food, non solo viaggi, ma tutto quello che faccio e penso. Ed è tanto, davvero. Devo solo non lasciarmi fregare il tempo da fb, dove comunque mi piace sguazzare. Ma ecco, ho deciso che devo sguazzare meno la, più nella vita reale con meno ansia, e scrivere di più qui.

Dovrei svegliarmi la mattina con il magone, visto che le vacanze sono finite. Ma non è così. Mi sono rilassata al mare, il mare fantastico della Sardegna. Sono stata letteralmente immobile sulla sdraio evitando persino lo sforzo di aprire il libro. Ho aperto solo gli occhi per guardare le infinite sfumature di azzurro che il mare ci ha regalato per tutta la settimana, le narici per respirarne il profumo, la bocca per mangiare poche cose buonissime, e le orecchie per ascoltare solo il rumore del mare e il silenzio di alcuni luoghi ancora solitari e magici. Il corpo immobile, frenato, rallentato a tal punto che al ritorno avevo qualche difficoltà anche a camminare.

Da persona fortunata quale sono quest’anno, ho poi fatto un salto in montagna, nella più bella montagna che conosco, San Candido in Trentino, dove ho scarpinato fino a 2500 metri e anche un pò smadonnato in alcuni punti, perchè non ho poi tutto quel fisicaccio da atleta. Però mi è piaciuto da morire. MI ha rimesso in movimento e soprattutto l’aria fresca e frizzante mi ha tonificato spirito e mente.

E ora sono qui pronta, con le mie mille e più foto, e miei soliti mille e più progetti, tutte le novità della mia vita che sono arrivate, perchè non ci facciamo mancare niente…. per ricominciare a camminare verso il prossimo autunno.

Alcuni progetti sono stati abbandonati perchè troppo onerosi, in termini di money e di tempo. Altri sono arrivati perchè i figli con le loro scelte determinano anche i cambiamenti delle nostre vite, strettamente legate alla loro, checchè vogliano staccarsi, anzi forse proprio per quello.

E c’è materiale per scrivere per i prossimi vent’anni…. che io concentrerò a pillole nei prossimi post.

Bene, ancora è estate qui, quest’anno con me il tempo è stato generoso, sole e caldo sempre e ovunque sia andata, quasi a scansare la pioggia che altrove imperversava. E ho deciso, forte della posizione geografica favorevole, della temperatura dolce, della mancanza assoluta di voglia di far nulla in casa, anche se dovrei assoldare un aiuto per cominciare e tenermelo assunto almeno per una settimana……, che mollo tutto e me ne vado al mare. Tiè.

Tanto a cucinare ci penserò all’ultimo momento. Ormai con il caldo si preparano solo belle insalatone fresche…. Come questa….

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Insalatona con friselle

insalata a piacere

rucola e altre verdure a piacere

tonno sott’olio

olive

mela verde

friselle di grano tenero

pomodorini

olio extravergine di oliva

limone (facoltativo)

origano

mozzarelle freschissime (facoltativo)

lavare l’insalata e tagliarla secondo il proprio gusto (chi ama le striscioline piccole chi la foglia in quattro, fate voi). Scolarla bene per evitare l’acquetta in fondo al contenitore. Aggiungere olive snocciolate, mela verde lavata e affettata, il tonno a pezzettoni che danno più soddisfazione, condire con olio e limone (se piace) o glassa balsamica (se piace).

A parte spruzzare con acqua fredda le friselline (attenzione se sono quelle di grano tenero, non immergetele in acqua, perchè diventano troppo molli) e condirle con pomodorini olio e origano.

Servire l’insalata in piatti/ciotole individuali, complete di friselline in superficie e accompagnare con mozzarelle fresche (che se volete potrete anche aggiungere nell’insalata)

Piatto unico, freschissimo e leggero (dipende da quando ne mangiate :)  )

Per chi ha ancora il sole, buona continuazione di agosto….

Ci vediamo presto con i miei prossimi programmi.

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La frittura e il condominio

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20 agosto 2014 -  ore 10

Scrivo su facebook: ‘ma si può friggere alle 10 di mattina e ‘appuzzirmi’ le lenzuola appena lavate e stese? Ma, dico, non ti si ammoscia tutta la frittura fino all'una?’

E li giù un mare di commenti, ‘staranno friggendo melanzane per fare la parmigiana’, ‘ ma fatti invitare pure tu per l’assaggio’, ‘ma anche qui a casa mia friggono come non ci fosse un domani’… ecc…

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21 agosto 2014 – ore 10

sto per uscire, mezza arrabbiata per una cosa che dovevo fare ma che non volevo assolutamente fare, e incontro giù, fuori dal portone di casa, la signora Maria 1 (si, perchè sullo stesso pianerottolo c’è anche la signora Maria 2, da cui, le Due Marie) che mi guarda e mi dice: ‘Ehi tu, signora, vieni un pò qua che ti devo dire una cosa. Cos’è che hai scritto ieri su ‘xbuc’? che ti ho appuzzito tutt i robb? io non ho fritto niente ieri. Mi ha telefonato una persona e mi ha detto ‘ma che stai combinando? quella di sopra a te dice che stai facendo la parmigiana e stai appuzzendo tutt u mùnn (tutto il mondo ndr)’. Io sono morta dalle risate. Potere della comunicazione digitale. Non ci vediamo quasi mai perchè i nostri orari liberi non coincidono ma, Maria 1, è una persona da conoscere, sempre allegra, positivissima, pronta alla battuta e allo sfottò, e che ha i ‘collegamenti’ informatici giusti e così viene a sapere tutti i fatti miei, di cui di solito scrivo e tutti i miei spostamenti. Grazie a Facebook, al blog, al fatto che io li racconto, e al fatto che lei è curiosa di saperli.

Allora ci siamo sedute sul muretto, e le ho spiegato che non ho detto che era stata lei a friggere, ma che nell’aria si sentiva odore (ehm…) di frittura, ma non sapevo chi stesse operando… le ho detto anche che su facebook non metto mai nomi. Che anche facebook è una specie di condominio dove tutti sanno i fatti di tutti, e ci sono anche quelli che non si vedono, perchè non scrivono mai, ma che intanto si affacciano e di nascosto sanno i fatti di tutti e ne parlano con chi conoscono ‘sai che quella è andata a Roma e poi in Sardegna e poi in montagna? madòòòò sempre girando se ne vaaaaaa’ ‘ ma sai cosa dice quellaaaa? non fate i servizi a casa, lasciate tutto e uscite, madòòòòò chissà che zugghiarì che sta sulla casaaaaaaaaaaa’    Ecc…..ecc….. 

E come nei condomini, tutti mettono cuori e sorrisi e sono gentili nelle risposte e poi appena sono in chat con qualcun altro ne dicono peste e corna, e fanno supposizioni e illazioni e si inventano storie e si fanno mille film nella testa pur di riempire le giornate e i pomeriggi di parole e tagli.

Quindi, rassicurata, Maria 1 si è fatta na bella risata con me e dopo avermi dato ragione sulle regole sociali della vita di condominio, se n’è andata a prendere il caffè al portone più su, avvisata già del fatto che ne avrei scritto qui.

E ho pensato… ma immaginate che vita fanno in quei posti o portoni, dove tutti sono riservati e si fanno i fatti loro, e non sanno nemmeno il lavoro del dirimpettaio? condannati ad una vita di indifferenza e solitudine, in cui nessuno è interessato a te, nessuno ha voglia di guardare dalla finestra se sei arrivato con la macchina e che cosa hai scaricato? chissà da dove vieni, e chissà dove vai con quella valigia quando scendi all’alba per prendere l’aereo? Nessuno ha interesse ad origliare quando parli ad alta voce, o alle due di notte ancora suoni la chitarra con gli amici? nessuno che sbircia sull’elenco del pagamento dell’acqua per sapere quanto hanno pagato tutti e li a fare congetture sul perchè di tanto spreco o del perchè paghi così poco, il che vuol dire che forse puzzi o non lavi abbastanza? Che tristezza infinita, tutta questa riservatezza…. Per chi vivi se nessuno si interessa a te? vuoi mettere se la tua vita attiva e interessante stimola la curiosità di chi ti guarda e fa aprire dialoghi in mezzo alle scale, pieni di tensioni nel caso in cui qualcuno aprisse il portone e se ne accorge? Vuoi mettere che se viene qualcuno a chiamarti e non ci sei, c’è sempre qualcuno che lo sa e che risponde per te? E poi vuoi mettere che se hai bisogno di una foglia di prezzemolo o di aiuto perchè non ti senti bene, basta gridare e qualcuno sicuramente ti sente e corre? (a parte quando sono venuti i ladri che non li ha sentiti nessuno…). Io cambierei casa se nel mio portone non si interessasse nessuno a me e ai fatti miei. Mi sentirei sola e ignorata. Ed ecco perchè mi piace abitare in un paese, dove tutti mi leggono e me lo dicono quando mi incontrano al supermercato o al pescivendolo, facendomi i complimenti (signora io sono una sua fan eh? sa che la vigilia di Natale preparo sempre i ‘tubbetti’ zucchine e patate del suo blog? fa delle ricette che vengono sempre bene’). Oppure le signore che conoscono mia madre quando la incontrano le dicono ‘Eh Celestina, hai fatto la salsa due giorni fa eh?’, oppure ‘dov’è quel posto dove hai mangiato quegli spaghetti con le cozze, con tua figlia, che mi hanno fatto venire un desiderio?’. E mia madre si arrabbia con me.

Insomma, si vive allegramente solo se tutti si interessano a tutti. Altrimenti regnerebbe il silenzio e la solitudine.

Quindi ricapitolando…..mi sa che mi tocca fare un corso veloce di internet e facebook a tutto il portone qui, e a chi ne avesse bisogno, così possiamo comunicare in diretta, anche tutti gli avvisi, tipo  ‘OGGI NON STEDERE I PANNI, CHE DEVO FRIGGERE I PEPERONI’

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Si riparte per una nuova avventura ‘Food Blogger in Corte da Ballotta’

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E le valigie sono già sul letto pronte per una nuova avventura. Troppo bella la vita di foodblogger, ma soprattutto interessante. Far parte di una bellissima associazione come l’AIFB (Associazione Italiana Food Blogger) ci consente anche di partecipare a fantastici eventi come quello organizzato nell’ambito del ‘Feel Good Festival’(leggete il programma, è ricchissimo di eventi interessanti e anche ‘gustosi’), promosso dal Consorzio Terme Euganee con i Comuni di Abano e Montegrotto.

Si avete capito bene, il luogo ambito da tutti gli appassionati di terme e massaggi e trattamenti che desiderano correre li per un pò di tempo per ‘rimettersi in forma’ e rilassarsi. E noi li ci fermeremo, nel mondo magico del Grand Hotel Terme di Montegrotto (beata meeeee) per conoscere una realtà nuova fatta di relax e trattamenti estetici e curativi.

Questa è una zona che non conosco ancora e per questo mi attira in modo particolare. MI avvicinerò con cuore aperto, pronta a conoscerne i sapori, la sua arte e la sua cultura, e gioirò nel partecipare alla simpatica sfida ‘Foodblogger in Corte da Ballotta’, tra 10 soci dell’Associazione e gli chef dell’Antica Trattoria da Ballotta.

Sono felice per quello che vivrò. Seguitemi su Facebook, Twitter e Instagram dove posterò in diretta le foto, poi racconterò con un post qui tutta la mia avventura.

Giuro, vi racconterò tutto tutto.

E se volete partecipare personalmente, vi lascio qui la lettera di invito ufficiale.

A presto

 

28 Agosto

alle 20.00

con

Food Blogger in Corte da Ballotta

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Sarà una sfida fra i più noti foodblogger del web e dell'Associazione Italiana Food Blogger,

supportati dalla nostra brigata di cucina

che si sfideranno a colpi di mestolo per una “singolar tenzone” con i prodotti locali del nostro territorio.

Una gara ideata per valorizzare il nostro patrimonio gastronomico con le rivisitazioni dei noti food blogger che saranno giudicati dai vostri palati ma anche da un prestigiosa giuria composta da

Fausto Arrighi ( direttore emerito della Guida Michelin ), Marco Colognese ( Guida de l'Espresso ), Daniele Gaudioso (Accademia Italiana della Cucina e Gambero Rosso ),

Lamberto Mazzotti ( direttore di Gustando )

La serata inizierà con un Cocktail di benvenuto con “Spizzichi di Casa Ballotta” e le bollicine Franciacorta “Belòn du Belòn” del padovano Paolo Perin, presentate in esclusiva.

A tavola le prelibatezze locali a Km0 con le ricette dei Food Blogger

Infine per concludere in dolce bellezza, “la Carrellata dei Desserts” a buffet.
Vini bianchi e rossi Maeli delle Cantine If-Zen di Luvigliano di Torreglia.

Con noi ci saranno gli allievi e insegnanti del conservatorio di Castelfranco Veneto che allieteranno la cena con le note della loro musica nell'ambito degli appuntamenti Jazz&Wine della Confesercenti

Il prezzo della serata all incusive è di Euro 40.00

Food Bolgger in Corte da Ballotta è

una serata in calendario del “Feel Good Festival”

promosso dal Consorzio Grand Hotel Terme Montegrotto Terme Euganee e i Comuni di Abano e Montegrotto

Per l'occasione il riserva un'offerta particolare

a quanti vorranno concedersi anche un breve soggiorno gourmet

Viaggio tra i colli euganei: le Terme di Montegrotto e Food Blogger in Corte Ballotta (prima parte)

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Eccomi qua, son tornata, rigenerata nel corpo e nello spirito. Ma d’altro canto non poteva che essere così, dopo un’esperienza che mi ha regalato una full immersion in cose belle e buone, vissuta con persone belle e speciali, in posti fino a me sconosciuti, ma che ora saranno una meta di riferimento per sempre.

Sapete che mi piace farvi viaggiare con me, almeno qui, e con le mie millemila fotografie, farvi sognare un pò quello che io ho sognato e vissuto  in giro per il mondo. Ed è per questo che, per non lasciarmi prendere dalla foga e dall’entusiasmo, sono costretta a seguire un filo cronologico e a rimandarvi agli album di facebook, pubblici, per avere ancora più e più foto.

Questa avventura comincia con un annuncio dell’AIFB (Associazione Italiana Food Blogger) di cui faccio parte, che annuncia ‘Solo 10 foodblogger potranno partecipare attivamente ad un evento importante che si svolgerà a Montegrotto Terme, nell’ambito della manifestazione Feel Good Festival…. Quindi correte ad iscrivervi’. Io per poco inciampavo pur di arrivare prima, perchè avevo sempre desiderato vivere con curiosità l’esperienza delle Terme di Abano e Montegrotto e di visitare quel pezzo di Italia che mi mancava, ma non mi era mai capitata l’occasione.

Quindi rischiando di farmi intrecciare le dita ho scritto subito e, grande è stata la sorpresa quando ho scoperto di essere stata scelta.

Partiamo dall’arrivo in aeroporto. Primo incontro: Juri e Daniela, due giovani architetti innamorati, pieni di luce e idee, vengono a prendermi (gentilissimissimi) e subito parte la logorrea a tre in macchina, per la foga di conoscerci, tanto da rischiare di sbagliare anche strada per le mille cose che ci siam detti…. Quindi, arrivo in albergo, seee albergo….. era il Grand Hotel Terme di Montegrotto, valigie in camera, ci riprendiamo dallo shock per la maestosità della struttura e la sua eleganza (e della mia stanza che, in realtà, era quanto casa mia!!!), manco tocchiamo il bellissimo piatto con la frutta e nemmeno l’accappatoio che resta li paziente ad attendere il nostro ritorno e…. andiamo a mangiar qualcosina aspettando gli altri. Ci sediamo in una piazzetta di Montegrotto in preda all’euforia tipica dei nostri incontri di foodblogger. Ciao chi sei? e li tac, il nome del blog, mica della persona, altrimenti non ci si riconosce.

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Quindi ordiniamo taglieri di salumi e formaggi, (io fingo di volere un’insalata e poi mi fiondo sul resto), beviamo birra, ridiamo, scherziamo, siamo curiosi per quello che accadrà e poi, torniamo in albergo. Conosciamo il resto del gruppo, sorprendendoci della giovane età e della bellezza di alcune fanciulle e della luce porta sempre con se la nostra presidente, Annamaria Pellegrino, che io a dir poco adoro (ma non si può far altro che amarla, appena la si conosce, prima ci si perde nei suoi occhi e poi nelle sue parole e poi nei suoi gesti e tra i suoi foulard portati con eleganza).

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Quindi briefing per conoscere meglio la struttura che ci ospita e tutto quello che offre, e per coordinarsi sull’incontro del giorno dopo, l’evento ‘Food Blogger in Corte da Ballotta’. Subito dopo cena raffinatissima al sesto piano del Grand Hotel.

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Il giorno dopo era quello del grande evento. E hanno pensato bene di farci prima rilassare con  i benefici fanghi termali, nelle piscine calde, con idromassaggi di tanti tipi sparsi qua e la, interni ed esterni, con massaggi decontratturanti o drenanti o ayurvedici, o… o… insomma infiniti massaggi meravigliosi che, fatti da mani esperte, ci hanno regalato un relax indimenticabile. E io mi chiedevo in continuazione…. ‘Io pensavo che qui dovesse venire solo un pubblico ageè, per curare malanni articolari, e invece mi ritrovo in un posto dove lasciar andare le proprie tensioni di tutti i tipi, coccolarsi, farsi massaggiare, chiudere gli occhi e farsi abbracciare dall’acqua tiepida, respirare salute nella stanza rosa del sale, passeggiare sotto le docce emozionali, colorate e profumate, restare a chiacchierare o in silenzio nella bellissima sauna’…. insomma è un luogo speciale che io consiglio a tutti, giovani e meno giovani, per farsi un regalo davvero unico.

Pranzo leggero e raffinato nel ristorante sulla piscina e alle tre tutti insieme alla Trattoria Ballotta dove ci aspettavano Cristina e Fabio, con i fuochi della loco cucina a disposizione tutti per noi.

collage1 collage2 collage4 E li sono iniziate le danze. Abbiamo preparato i nostri piatti che sarebbero stati assaggiati alle 19 dai severi giudici Fausto Arrighi (direttore emerito della Guida Michelin), Marco Colognese (della guida L’Espresso), Daniele Gaudioso (del Gambero Rosso), Lamberto Mazzotti (direttore di Gustando) e cioè (elenco preso in prestito da Acqua&Menta):

  • (Cinzia e Francesca) mieli, salsa agli agrumi e gelatina di cabernet per accompagnare i formaggi e salumi del Veneto;
  • (Anna e Solema): fiori di zucca ripieni di mozzarella e acciughe in pittula,  con marmellata di cipolle di tropea;
  • (Antonella E. e Aurelia): Pappardelle Con Faraona All’uva
  • (Pensacuoca e Fotomangio): crostatina “Tollerante” con fichi e lemon curd
  • (Antonella M. e Aurora): cantucci all’olio evo con fiocchi di sale

A questo punto le nostre ricette sono state preparate ed inserite nel menu ufficiale del ristorante per tutti gli ospiti che sono giunti verso le 20.

La ricetta vincitrice è stata quella di Antonella e Aurora, I cantucci all’olio extravergine di oliva con fiocchi di sale serviti con vinsanto. Gli ospiti hanno molto apprezzato e noi ci siamo davvero divertiti….

Incredibile serata, bellissima esperienza….

Seguirà la seconda parte, perchè ora è un pò tardi----

Alla prossima…

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Il viaggio tra i colli Euganei continua (seconda e ultima parte)

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Vi ho lasciato riposare un paio di giorni, per poter far decantare le sensazione e affrettarsi per il secondo giro di racconti.

Il viaggio continua da Arquà Petrarca, un piccolo, delizioso paesino, dove abbiamo visitato la dimora in cui ha vissuto i suoi ultimi anni il Sommo Poeta. Non vi farò la descrizione del luogo come se fossi una guida turistica, ma vi dirò cosa ho provato entrando in quel cortile.

Amo immaginare, attraverso gli occhi del Petrarca, le sue sensazioni, mentre attraversava quel cortile, saliva quelle scale ed entrava in quella bellissima casa, dai soffitti di legno bassi e intarsiati, in quelle stanze decorate ricche di luce calda. Vorrei darvi la piantina di quel luogo… entri e c’è una stanza che ti accoglie con una finestra da cui, come un quadro, si vede il verde di un albero. Ai lati, sia destro che sinistro, altre due, tre stanze anch’esse con luce soffusa da finestre affacciate sempre sul verde. Una luce discreta e calda, che illumina le foto che fai, i fogli che vorresti riempire di parole, che riscalderebbe le giornate di racconti con gli amici, davanti al fuoco di inverni antichi. Bè scusate, ma a me le case parlano, mi emozionano, sento le vibrazioni di chi ci è passato. E di questo volevo parlarvi. Se capitate da quelle parti, andateci e poi mi direte. Purtroppo non è permesso pubblicare le foto fatte agli interni, quindi rispetto le regole.

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Subito dopo abbiamo fatto tappa a ‘Il Pianzo’, produttori di vino e olio a Galzignano Terme, dove era prevista una degustazione con light lunch, e dove invece abbiamo trovato un mondo di sapori incredibili. Fatta una degustazione di tre tipi di oli profumatissimi, assaggiati salumi e formaggi d’altri tempi, e bevuti vini inebrianti. E ve lo dice una che si professa astemia, ma che da un pò di tempo ha imparato ad apprezzare questo nettare, tanto da riuscire a riconoscere le ciofeche e a storcere il naso, e a sorridere ad occhi chiusi quando invece  capita di gustarne uno buono davvero. E poi come non rimanere ammaliati dalla presentazione di tutti questi prodotti fatta dalla voce pacata e morbida della sig.ra Maria Grazia? Troppo bello!

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_MG_0702 La magia continua sul colle dove sorge la cantina Maeli, dove l’affascinante Elisa ci accoglie con estrema professionalità e precisione e ci spiega tutto quello che succede tra viti che nascono e crescono su terre bianche salate che lasciano il loro segno sul gusto originale del prodotto finale e dove si respira volutamente un’atmosfera Zen. Visitate il sito per entrare nella magia e capirne di più.

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Distrutti da tanto piacere decidiamo di distruggerci ancora un pò tra i trattamenti del Grand Hotel Terme di Montegrotto. E li giù di idromassaggi, grotta di sale, docce emozionali, bagni in acqua termale, in un’atmosfera di grande raffinatezza. Insomma una fatica incredibile da blogger, ragazzi……

Pensavate fosse finita? La cena è un’appuntamento ancora più magico perchè prevede un salto nel tempo. Quasi a piedi nudi su un prato morbido e fresco che circonda antichi scavi romani, ci accolgono le Tavole Tauriliane, dove i sensi sono accarezzati da suadenti musiche che con discrezione accompagnano un percorso fatto di parole recitate, spiegazioni accurate e ricette dell’antica Roma preparate e presentate nella penombra da bravi ristoratori (tra cui anche Trattoria Ballotta)

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E’ stato difficile salutare tutto questo il giorno dopo, a bordo piscina, dove la malinconia continuava a mescolarsi alla colazione a bordo piscina con tutti gli altri partecipanti.

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Incredibile esperienza da consigliare vivamente. E sapete che potete fidarvi!

Alla prossima!

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