Seduta fuori nel mio balcone, tra vasi di surfinie e lantane, assaporo finalmente l’aria fresca del tramonto. E’ giugno. Desiderato per quasi un anno, è arrivato. Ci ha regalato una ventata di caldo soffocante, ma oggi ha avuto pietà di noi. Oggi è fresco, e mi sto godendo un momento di relax, prima di continuare ancora la mia corsa. Di fronte a me un barattolo di vetro, messo al sole durante il giorno, e che devo ricordare di mettere all’interno della casa per la notte. E si, perchè io, che abito in un paese che si chiama Noci, sto preparando il nocino.
Circondato da leggende, tra racconti di streghe e folletti, circola in rete in una miriade di ricette tutte diverse una dall’altra, per dosi e modalità di esecuzione.
Un giovane albero della mia campagna, mi ha regalato tante noci quest’anno, e allora diligentemente ho aspettato la notte di San Giovanni, come da tradizione, e ho fatto la mia raccolta. Ma…. tra magie e incantesimi bisogna sapere che:
1) ancora non esiste un numero ufficiale di noci. Chi dice grandi, chi piccole e tenere. Chi dice 33 per litro, chi 20, chi 22, chi 40… insomma ancora il numero è variabile.
2) Considerate le leggende dovrebbero essere raccolte da ‘una donna esperta, che a piedi nudi deve salire sull’albero e sceglierle una per una…’ Ma su un libro antico di ricette dei padri benedettini, ho letto che invece le noci devono essere colte ‘da mani di vergini ma che, considerati i tempi, possiamo anche raccogliercele da noi’.
3) chi dice all’alba, chi dice al tramonto, chi di notte.
4) chi dice di tagliarle e basta, chi invece consiglia il coltello di ceramica.
5) chi dice di mettere prima lo zucchero, chi dopo. Chi con acqua, chi senza.
6) per fortuna lo sbattimento del contenitore e l’esposizione al sole prolungata per 40 giorni è uguale per tutte le ricette.
Insomma, anche per fare il nocino diventa una questione di scelte.
E io ho scelto di farlo così….
(Certo per il risultato ci vediamo a Natale)
Nocino
Il giorno che precede la festa di san Giovanni (e cioè il 23 giugno), verso il tramonto raccogliere con delicatezza 30 noci acerbe. In realtà ne serviranno 20, ma non si sa mai, ce n’è qualcuna ammaccata o avariata…
lavarle accuratamente, tagliarle in 4 con un coltello possibilmente di ceramica per evitare che ossidandole si anneriscano e versarle in un contenitore di vetro abbastanza capiente.
Aggiungere un pezzo di stecca di cannella, 5 chiodi di garofano, la buccia di mezzo limone e, secondo il gusto personale di mio marito, anche un fiore di anice stellato.
Coprire con 750 g di alcool a 95°. Chiudere il barattolo, agitare il tutto per farlo amalgamare ed esporlo al sole per 40 giorni e rientrarlo in casa di notte. Scuoterlo di tanto in tanto.
Fra 40 giorni cosa farò…..
Bollirò 2 dl di acqua con 500 g di zucchero. Farò raffreddare e aggiungerò l’alcool con le noci e le spezie, filtrando il tutto. Imbottiglierò e lo lascerò al buio fino a Natale. E poi vi dirò!